Località Italiane

Località Italiane

L’Italia non è un paese particolarmente famoso per i suoi minerali fluorescenti. Ci sono però alcune eccezioni: specie e località riconosciute a livello internazionale. Questo articolo riporta un elenco dei ritrovamenti di minerali fluorescenti in Italia, in ordine approssimativo dai più comuni o più famosi. Per sua stessa natura, un articolo come questo non può essere completo o esaustivo, ed è limitato alle mie conoscenze o ai campioni in mio possesso. Sono però più che benvenuti suggerimenti su come poterlo migliorare: mandatemi foto di campioni nella vostra collezione o altre informazioni e sarò felice di pubblicarle.

Le miniere di zolfo siciliane.

Forse il minerale fluorescente italiano più riconoscibile è l’aragonite dalle miniere di zolfo siciliane: cristalli prismatici (pseudo)esagonali di ottime dimensioni, spesso associati a cristalli di zolfo. Queste aragoniti rispondono sia alla luce UVA che UVC in diversi colori. Sotto UVC i cristalli sono fluorescenti un rosa chiaro, tendente al bianco. Sotto UVB, il rosa diventa più intenso, fino a diventare rossi sotto UVA. Sono anche fosforescenti: azzurri dopo essere stati esposti a UVC, verdastri dopo UVA. La fluorescenza è dovuta a due diversi attivatori: acidi umici (sostanze di origine organica) e ioni samario (Sm3+). Gli acidi umici rispondono sia a UVA che UVC e causano la fluorescenza bianca/azzurra e la fosforescenza. Gli ioni samario rispondono solo a UVA e causano una fluorescenza rosso intensa. Il mix del bianco degli acidi umici e il rosso degli ioni samario causa la fluorescenza rosa di queste aragoniti.

Aragonite dalle miniere di zolfo siciliane. Fluorescenza sotto UVC, UVB, UVC e fosforescenza. Foto di Mark Cole su naturesrainbows.com (CC BY-SA 3.0).

Da queste stesse miniere di zolfo proviene un secondo minerale fluorescente: la celestina. Presente sia in cristalli perfettamente trasparenti, sia in maniera più o meno massiva, la celestina è fluorescente azzurra sia sotto UVA che UVC con fosforescenza azzurra e verdastra. Come per l’aragonite, la fluorescenza è dovuta agli acidi umici.

Celestina dalla miniera La Grasta, Sicilia. Fluorescenza sotto UVA. Foto di Simone Conti su naturesrainbows.com (CC BY-SA 3.0).

L’Aragonite di Boccheggiano.

La seconda aragonite italiana più famosa (o forse la più famosa?) è l’aragonite dalle miniere di Boccheggiano, in Toscana, nella zona delle Colline Metallifere. Al contrario delle aragoniti siciliane, questa aragonite si presenta principalmente in forma massiva o microcristallina. La fluorescenza è solitamente di un rosso intenso sotto UVA, altre volte più rosato. Sotto UVC la fluorescenza è più variabile: alcune sono fluorescenti rosse (ma molto meno intenso rispetto a UVA), altre rosate. L’attivatore della fluorescenza rossa è lo stesso delle aragoniti siciliane: ioni samario. Probabilmente la mancanza o la bassa concentrazione di acidi umici causa la risposta più debole sotto UVC. La seconda particolarità di queste “aragoniti” è l’incertezza su come chiamarle: aragonite, calcite, stronzianite, aragonostronzianite, stronzioaragonite, … ai posteri l’ardua sentenza.

Aragonite dalla miniera di Boccheggiano. Fluorescenza sotto UVA. Foto di Simone Conti.

Il Quarzo di La Sassa.

Se l’aragonite siciliana è il più riconoscibile, il quarzo di La Sassa (in Toscana) è sicuramente il più “unico”, sia per rarità, sia per fluorescenza. In primo luogo, il quarzo è raramente fluorescente. In più il quarzo di La Sassa ha una fluorescenza gialla brillante difficilmente confondibile. I campioni più ricercati sono noduli di quarzo fibroraggiati. Essendo questi quasi introvabili, ci accontentiamo dei campioni più massivi e microcristallini, meno impressionanti, ma sempre unici per la loro fluorescenza. La fluorescenza pare essere dovuta a diversi attivatori, fra cui terre rare (REE), ioni uranile (UO22+) e composti policiclici aromatici (PAH). I campioni migliori provengono da lavori di ampliamento della strada che porta a La Sassa avvenuti negli anni Settanta; nuovi campioni sono ad oggi estremamente rari. Leggi di più.

Noduli di quarzo da La Sassa. Fluorescenza sotto UVA. Foto di Mark Cole su naturesrainbows.com (CC BY-SA 3.0).

Sfalerite dalla Miniera di Raibl.

La Miniera di Raibl è un’antica miniera di piombo e zinco attiva fino al 1991, oggi situata a Cave del Predil, una frazione Tarvisio in provincia di Udine (Friuli-Venezia Giulia), al confine fra Italia, Austria e Slovenia. La mineralizzazione consiste principalmente in solfuri (sfalerite, galena, pirite e marcasite) in dolomite, calcite e barite. I campioni fluorescenti più interessanti consistono in vene di sfalerite, fluorescente arancione, in dolomite, fluorescente bianca, entrambi fluorescenti sotto UVA. L’intensità della fluorescenza è molto variabile, alcuni campioni sono più fluorescenti di altri. Spesso questo materiale si trova tagliato in lastre, per mostrare meglio la deposizione concentrica degli strati di sfalerite.

Sfalerite e Dolomite dalla miniera di Raibl. Fluorescenza sotto UVA. Foto di Simone Conti su naturesrainbows.com (CC BY-SA 3.0).

La Miniera di Zorzone.

Un’altra miniera di zinco nel Nord Italia, è la Miniera di Zorzone (o Miniera di Gorno), in provincia di Bergamo, Lombardia. Questa miniera è decisamente meno conosciuta rispetto alle precedenti. La fluorescenza pare principalmente dovuta a minerali di zinco, quali idrozincite e smithsonite.

Idrozincite dalla miniera di Zorzone. Fluorescenza sotto UVC. Foto di Simone Conti su naturesrainbows.com (CC BY-SA 3.0).
Smithsonite (fluorescente gialla sotto UVA) e idrozincite (fluorescente blu sotto UVC) dalla miniera di Zorzone. Sulla smithsonite ci sono anche piccoli cristalli di cerussite. Fluorescenza sotto UVA e UVC contemporaneamente. Foto di Simone Conti su naturesrainbows.com (CC BY-SA 3.0).

Dalla Sardegna.

Pare che la Sardegna sia un buon locale per trovare minerali fluorescenti. Da una parte ci sono i minerali di piombo, quali anglesite, cerussite e fosgenite (famose quelle da Monteponi, Iglesias). Dall’altra calcite, barite e fluorite. Sicuramente meritevoli di un po’ più di ricerca!

Piccolo cristallo di anglesite dalla Miniera Monteponi, Iglesias, Sardegna. Fluorescenza sotto UVC. Foto di Axel Emmermann su naturesrainbows.com (CC BY-SA 3.0).
Barite e Calcite dalla miniera Muscadroxius-Genna Tres Montis Mine, Silius Sardegna. Sotto UVC la calcite è fluorescente rossa, la barite bianca (seconda foto). La barite è fosforescente (terza foto). Foto di Mark Cole su naturesrainbows.com (CC BY-SA 3.0).
Calcite (fluorescente rossa) e fluorite (fluorescente blu) dalla Sardegna. Fluorescenza sotto UVB. Foto di Stefano Buzzoni.
Cristalli di calcite dalla Sardegna. Fluorescenza sotto UVC. Foto di Stefano Buzzoni su naturesrainbows.com (CC BY-SA 3.0).

Altre località.

È evidente (ed auspicabile!) che ci siano molte altre località in Italia che producono minerali fluorescenti, oltre a quelle descritte in precedenza. Di seguito sono riportate immagini di alcune di queste. Non ho molte informazioni a riguardo: ciò che so è riportato nelle didascalie.

Calcite coralloide da Grosseto. Fluorescenza sotto UVA. Foto di Stefano Buzzoni.
Aragonite aciculare da S. Agostino, Coli (provincia di Piacenza, Emilia-Romagna). Fluorescente bianca/azzurra sotto sia UVA che UVC, con fosforescenza verde. Foto di Simone Conti su naturesrainbows.com (CC BY-SA 3.0).
Calcite da Monteriggioni, Toscana. Su una matrice calcarea gialla, tipica di questa zona della Toscana, si trovano ammassati cristalli di calcite dal colore variabile da bianco a mielato di dimensioni che raggiungono e superano i 10mm. Tra la calcite e la matrice calcarea si trova un sottile strato nero metallico lucente. La calcite è fluorescente giallo-crema, molto brillante, a tutte le lunghezze d’onda UV; sotto UVC forse la tonalità vira verso il verde... È presente anche una fosforescenza verde. Foto do Stefano Buzzoni su naturesrainbows.com (CC BY-SA 3.0).
Axinite dalle vecchie miniere di rame e manganese del Monte Pu, Castiglione Chiavarese, Genova, Liguria. Gruppi lenticolari di axinite si trovano formate nei contatti tra diaspro e calcari, sia di un colore rosato, che verdognolo. Solo quelle rosate sono fluorescenti rosse/arancione, principalmente sotto UVA. La differenza in colorazione e fluorescenza è probabilmente dovuta alla differente percentuale di ferro e manganese. Queste axiniti si trovano spesso associate a patine di turgite (ematite/goetite), o piccole cristallizzazioni di ematite. La fluorescenza pare essere stata notata per la prima volta ad inizio 2021 da Giacomo Delmonte. Foto di Daniel C. Montero.

Bibliographia.

La maggior parte delle informazioni per questo articolo sono state ottenute da Natures Rainbows e dalle collezioni di Stefano Buzzoni e Simone Conti.

Immagine di copertina: Barite e Calcite dalla miniera Muscadroxius-Genna Tres Montis Mine, Silius Sardegna. Foto di Mark Cole.

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